Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato una possibile correlazione tra il microbiota intestinale e il morbo di Alzheimer, aprendo nuove prospettive per la prevenzione e il trattamento di questa malattia neurodegenerativa. Ma cosa lega il cervello all’intestino e in che modo il microbiota può influenzare lo sviluppo dell’Alzheimer?
Il microbiota intestinale: un regolatore della salute generale
Il microbiota intestinale è l’insieme di trilioni di microrganismi che vivono nel nostro intestino. Oltre a svolgere un ruolo chiave nella digestione, questi batteri influenzano numerosi aspetti della salute, tra cui il sistema immunitario, l’infiammazione e persino la funzione cerebrale attraverso l’asse intestino-cervello.
Quando il microbiota è in equilibrio, promuove la salute generale; quando invece subisce alterazioni (disbiosi), può contribuire allo sviluppo di patologie sistemiche, comprese quelle neurodegenerative
L’asse intestino-cervello e l’Alzheimer
La ricerca scientifica: nuovi orizzonti
Studi recenti hanno evidenziato differenze significative nella composizione del microbiota intestinale tra individui sani e persone affette da Alzheimer. Ad esempio, è stato osservato un aumento di batteri pro-infiammatori (come Escherichia coli) e una diminuzione di quelli protettivi (come Bifidobacterium).
Alcune ricerche hanno anche dimostrato che interventi mirati sul microbiota, come l’uso di probiotici o diete specifiche, possono ridurre l’infiammazione cerebrale e migliorare le funzioni cognitive nei modelli sperimentali.
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